Dal 27 giugno al 13 luglio 2025 a Spoleto in Umbria (PG)
Per 3 settimane la città di Spoleto si trasforma in un grande palcoscenico per l’arte e la cultura, con spettacoli, mostre, appuntamenti cinematografici e tantissimi ospiti italiani e internazionali. Il Festival conferma il carattere originale e il prestigio di un evento di respiro mondiale nel quale si danno appuntamento le grandi arti della scena: Opera, Musica, Danza e Teatro.
Storia del Festival dei Due Mondi
Il Festival dei Due Mondi è una manifestazione multidisciplinare che da oltre sessant’anni anima la splendida città di Spoleto. Fondato nel 1958 dal compositore Gian Carlo Menotti, nasce dal desiderio di creare un evento che potesse unire le due anime del mondo culturale: l’Europa e l’America. Spoleto, con il suo fascino storico e la sua posizione strategica, fu scelta come la cornice ideale per questo ambizioso progetto che ha l’obiettivo di unire culture artistiche diverse, spaziando dalla musica alla danza, dal teatro all’opera, dalle arti visive al cinema.
Fin dalla sua prima edizione, il Festival dei Due Mondi si è distinto per la sua audacia e la sua capacità di presentare spettacoli innovativi e di alta qualità, spesso in anteprima mondiale. Nel corso degli anni, il festival ha ospitato leggende della musica, del teatro e della danza, diventando un punto di riferimento imprescindibile nel panorama culturale internazionale. Artisti del calibro di Luciano Pavarotti, Rudolf Nureyev, Carla Fracci, e registi come Luchino Visconti hanno calcato i palcoscenici spoletini, lasciando un segno indelebile nella storia dell’evento.
Nonostante i cambiamenti e le sfide affrontate nel corso dei decenni, lo spirito originario del festival è rimasto vivo: promuovere lo scambio culturale, sostenere la creatività artistica e offrire al pubblico esperienze uniche e stimolanti.

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L’edizione 2025 del Festival dei Due Mondi si preannuncia ricca di appuntamenti imperdibili. Il manifesto della 68esima edizione è firmato da William Kentridge, uno degli artisti più influenti e poliedrici del nostro tempo, sudafricano, unisce disegno, teatro, cinema e musica per esplorare temi storici e personali come l’apartheid e il colonialismo, con elementi onirici e comici.
Spoleto 68 celebra la sua arte ospitando lo spettacolo teatrale, oratorio e opera da camera “The Great Yes, The Great No”, un’allegoria sull’esilio ispirata alle avanguardie, una mostra personale di Kentridge a Palazzo Collicola, curata da Saverio Verini, in cui le sue opere dialogano con gli spazi preesistenti del palazzo e la mostra “Unhappen Unhappen Unhappen – Pepper’s Ghost Dioramas” all’Ex Battistero della Manna D’Oro, con diorami animati realizzati con la tecnica Pepper’s Ghost da Kentridge e altri artisti.
Altri nomi sono già annunciati e attendono i partecipanti: Ben Böhmer in prima italiana, visionario della scena musicale elettronica, Arushi Jain, cantante e producer indiana, Rufus Wainwright uno dei più grandi cantautori, compositori e interpreti americani.
Per diverse settimane, Spoleto si trasforma in un vivace palcoscenico internazionale, le rappresentazioni si svolgono in alcuni dei luoghi più suggestivi della città, creando un connubio unico tra arte e patrimonio storico.
Il festival è un’occasione imperdibile per immergersi in un’atmosfera culturale effervescente e assistere a spettacoli di altissimo livello.
Per informazioni su tutto il programma e biglietti, consigliamo di visitare il sito ufficiale: www.festivaldispoleto.com
